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COP21: il Ministero dell'Ambiente precisa la posizione italiana

Il Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, a Parigi in occasione di un evento pre-COP21, ha lasciato importanti dichiarazioni in merito alla conferenza che si terrà nella capitale francese fra 16 giorni.

"La salvezza del pianeta è un dovere di tutti e riguarda tutti, nessuno resti a terra" ha affermato il Ministro, aggiungendo anche che tutti i paesi partecipanti dovranno presenziare alla COP21 con l'unico scopo di trovare un modo per salvaguardare l'ambiente. Galletti ha colto l'occasione anche per ricordare che "per UE e Italia l'obiettivo primario rimane quello di contenere il surriscaldamento globale entro i 2 gradi centigradi. Si continua ad insistere perché nell'accordo finale vi siano degli elementi quantitativi: il taglio delle emissioni deve raggiungere il 50% entro il 2050, fino a raggiungere la neutralità entro fine secolo". Il Ministro ha anche aggiunto che la delegazione italiana proverà ad alzare ulteriormente l'asticella. Si cercherà infatti di mantenere il riscaldamento della temperatura sotto gli 1,5 gradi centigradi. Tale richiesta è giunta da numerosi paesi, soprattutto dalle piccole isole che con un innalzamento del livello del mare rischierebbero di scomparire.

Galletti ha poi lasciato alcune dichiarazioni in merito alla posizione e all'obiettivo dell'Italia nell'ambito della COP21 "Con la Cop21 si comincia un percorso e tutti dobbiamo essere disponibili a proseguirlo uniti, con obiettivi monitorati e controllati, che possono essere rivisti e migliorati nel corso del tempo.Oggi la scelta di fissare l’innalzamento della temperatura globale sotto i 2 gradi è sufficiente, ma qui alla PreCop21 stiamo discutendo per inserire nel documento anche un riferimento a 1,5 gradi, perché non è poi certo che la soglia dei 2 gradi nel tempo sarà sufficiente a scongiurare i cambiamenti climatici. L’accordo di Parigi è reso impellente proprio dal fatto che ancora inquiniamo in maniera crescente – spiega Galletti –, ma siamo ottimisti, le cose stanno cambiando molto. L’ultimo accordo sul clima, quello di Kyoto, aveva visto la sottoscrizione solo dei Paesi che coprivano il 13% delle emissioni. Noi eravamo tra quelli e gli impegni presi li abbiamo rispettati. Anche se si tratta di impegni comunque limitati nella globalità.  Oggi, a 18 anni di distanza da quell’accordo, ci apprestiamo ad andare a Parigi con contributi nazionali supportati da impegni già resi espliciti da parte di tutti i Paesi che coprono ad oggi il 95% delle emissioni mondiali.   Dunque, dal 13% siamo passati al 95% e ci sono le condizioni per coprire il 100% o almeno avvicinarci molto a questo dato. La sensibilità verso questo problema, per fortuna, è assolutamente diversa e con tante implicazioni. Prima di tutto il grande messaggio che si trasmette all’economia mondiale: se tutti i Paesi si impegnano verso il raggiungimento di un determinato obiettivo, allora anche i mercati dovranno adeguarsi".

Ecco qual'è la posizione dell'Italia in merito alle sanzioni: "La nostra posizione - ha aggiunto Galletti - è chiarissima:  abbiamo firmato un accordo tra tutti i 28 Paesi europei che impone la riduzione di CO2 entro il 2030 di almeno il 40% ed è un obiettivo vincolante, con sanzioni. Quindi, indipendentemente da quello che capiterà a Parigi, noi l’obiettivo lo abbiamo già fissato e andremo alla Cop21, sia come Paese che come Ue, chiedendo a tutti gli altri Stati di impegnarsi almeno quanto ci siamo impegnati noi e con le stesse garanzie che stiamo offrendo. Dunque, la nostra posizione è già concordata, si tratta di una posizione che ci vincola e ci permette di andare a Parigi dando il buon esempio, perché noi da questo punto non torniamo più indietro"

Infine, ecco la posizione italiana: "Andiamo a Parigi con l’idea che un accordo è indispensabile. C'è ancora molto da fare, ma già a questa Pre-Cop passi in avanti se ne sono fatti, molto tecnici ma se ne sono fatti. I dati sugli effetti dei cambiamenti climatici - ha detto il ministro - sono purtroppo certi e noti a tutti.  Sul tavolo abbiamo diverse ipotesi sul tavolo, un segnale fortissimo sarebbe l’istituzione di una carbon tax, ma con estremo realismo politico ritengo che non bisogna sottovalutare altri aspetti. Parigi rappresenterà comunque una svolta, il problema di fermare l’innalzamento della temperatura globale sotto i 2,7 gradi esiste, perché ancora non abbiamo in campo azioni che ci permettono di arrivare all’obiettivo ambizioso che avevamo fissato sotto i 2 gradi, ma un fattore fondamentale può essere la creazione di una governance del processo, con monitoraggio e revisione ogni cinque anni dei progressi compiuti, come anche la trasparenza, cioè sul mondo in cui questi dati verranno forniti dagli Stati" (fonte www.minambiente.it)

L'Italia è dunque pronta a mantenere alto l'impegno legato alla tutela ambientale e climatica, chiedendo in cambio le stesse garanzie.