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La Regione Sicilia si schiera contro il minieolico da 20 kw.

L'Assemblea regionale siciliana ha approvato una legge che ostacola la realizzazione di installazioni eoliche superiori a 20 kW.

Questo ha attirato su palazzo dei Normanni tutte le ire delle associazioni del settore, una su tutte quella di ANEV. L'Associazione Nazionale dell'Energia del Vento non ha mancato di riferire, direttamente al presidente Crocetta, il rammarico per la scarsa visione globale delle istituzioni regionali siciliane. Vengono palesemente trascurate le mille potenzialità del settore eolico, che vanno dalla semplice risorsa rinnovabile ai benefici occupazionali ed energetici.

La Regione Sicilia, così facendo, boicotta il settore eolico usando, tra l'altro, una legislazione talmente forzata da risultare illegittima, andando inoltre contro i vincoli nazionali ed europei in merito all'abbassamento delle emissioni di CO2 ed alle politiche rinnovabili. 

L'ANEV già in passato aveva denunciato l'illegittimità delle norme emanate dalla Regione Sicilia, come del resto aveva fatto per altre Regioni. Ad ogni denuncia, l'associazione ha visto confermate le sue predizioni, suo malgrado. Questo caso dunque non è da meno, e per tanto sarà passibile di segnalazione per evidenziare profili di illegittimità anche in relazione al dettato costituzionale.

L'ANEV ricorda inoltre che, solo in Sicilia, il comparto eolico impiega oggi 4.663 addetti tra diretti e indiretti (dato aggiornato 31-12-2014) e presenta un potenziale di 9.765 unità al 2020. Questa nuova legge, dunque, non solo ostacola tale potenziale, ma va ad inficiare seriamente il lavoro di molte aziende siciliane (e non) che operano sul territorio dell'isola.

È risaputo infatti che ANEV, sin dal 2002, stipula con le aziende associate un protocollo firmato dalle più importanti associazioni ambientaliste, come Legambiente e Greenpeace, perché l'eolico sia inserito nel rispetto del paesaggio e del territorio.

Queste sono le grandi critiche mosse alla decisione presa dall'assemblea regionale siciliana, che sembra aver messo l'eolico al bando dall'isola. Mentre poi non si fa nessun problema nel firmare autorizzazioni per perforazioni e ricerca di idrocarburi, persino in mare.

A quelle di ANEV, si aggiungono le polemiche alzate da CPEMConsorzio Produttori di Energia da Minieolico, nel cui comunicato si legge che il decreto dà un “abnorme valenza di tutela ambientale ad alcuni vincoli, che in realtà non hanno fine di tutela paesaggistica o archeologica, con il risultato di precludere la realizzazione di impianti di potenza compresa tra 20 e 200 kW sull'intero territorio regionale.

La legge sostanzialmente impedisce l'installazione di impianti compresi tra 20 e 200 kw sull'80% del territorio siciliano. Alla luce di ciò, CPEM ha chiesto un incontro con l'assessore all'energia Vania Contraffatto, che nel frattempo ha lasciato la seguente dichiarazione a www.qualenergia.it:

"In Sicilia si avvertiva da tempo la necessità di regolamentare al meglio un settore così cruciale per lo sviluppo economico e per il rispetto dell’ambiente. Ed è stato proprio a partire da queste due esigenze, il rispetto delle ricchezze naturali e paesaggistiche siciliane e la tutela della libera iniziativa imprenditoriale, che il Governo regionale e l’Assemblea regionale siciliana hanno dibattuto a fondo. La legge è efficace perché dà finalmente regole certe agli enti locali e in primo luogo agli imprenditori, nella convinzione che non ostacolerà ma anzi incentiverà, nella chiarezza, l’attività delle aziende”. “Sono ben consapevole – dichiara - di quanto questo settore sia importante per la Sicilia e per questo motivo ho deciso di incontrare nuovamente gli imprenditori del settore per spiegare loro lo spirito di questa normativa. Non c’è alcuna intenzione di danneggiare le aziende o lo sviluppo delle energie rinnovabili, che sono anzi uno dei settori su cui puntare con maggiore forza per il rilancio della nostra economia, ma solo quella di fornire un quadro legislativo certo, incentivando gli impianti meno invasivi. La nuova norma si limita a recepire le indicazioni dell’Unione Europea, allineando la Sicilia al resto d’Italia: adesso sarà compito del Dipartimento all’Energia individuare i siti in cui è possibile o meno realizzare gli impianti e secondo quali modalità, nella consapevolezza che la tutela degli stupendi paesaggi della nostra Isola sia un dovere per ogni amministratore pubblico."

Se non altro fa piacere notare un buona apertura e disponibilità al dialogo, ma la struttura della legge e le sue restrizioni comporteranno lunghe dispute tra Regione e addetti ai lavori, col risultato di bloccare in Sicilia una fonte pulita e rinnovabile come l'eolica.

  • Per ogni punto percentuale in più di elettricità da rinnovabili il suo prezzo diminuisce di 2 €/MWh (Terna)