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L'AEEG propone l'introduzione dei prezzi negativi: ennesimo colpo inferto alle rinnovabili?

Con il documento per la consultazione 605/2015/R/eel pubblicato nei giorni scorsi l'Autorità per l'Energia illustra i primi orientamenti in merito all'introduzione dei prezzi negativi nel mercato elettrico italiano, in coerenza anche con quanto previsto dal regolamento UE n. 2015/1222. Tra le novità proposte dall'AEEG, ce ne sono alcune che potrebbero non essere ben accolte dal mondo delle rinnovabili. Una, ad esempio, prevede che per gli impianti incentivati, nelle ore nelle quali sul mercato dovesse formarsi un prezzo negativo, non sia erogato l'incentivo, consentendone il recupero solo al termine del periodo di diritto.

Ecco un estratto della Comunicazione del 2014 della Commissione europea (Disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia 2014-2020) preso dal paragrafo 3.3.2.1, punto 124:  “le seguenti condizioni cumulative si applicano a partire dal 1° gennaio 2016 a tutti i nuovi regimi di aiuto e a tutte le nuove misure di aiuto: (...) c) sono adottate misure volte a garantire che i produttori non siano incentivati a generare energia elettrica a prezzi negativi. 

Tuttavia, al punto (125) afferma che “le condizioni di cui al punto (124) non si applicano a impianti con una capacità installata di produzione elettrica inferiore a 500 kW o a progetti dimostrativi, eccetto per la produzione di energia elettrica da energia eolica, cui si applica una capacità installata di produzione di 3 MW o di 3 unità di produzione”.

Si evince dunque come la non incentivazione della produzione da rinnovabili quando i prezzi sono negativi non sia un atto retroattivo. Soprattutto perché anche dopo il 2015 non si applica a una gran parte degli impianti fotovoltaici e alle bioenergie, e all’eolico di piccola taglia. Dando invece uno sguardo al documento di consultazione divulgato dall'AEEG, è palese come si faccia riferimento al sopracitato punto 124, ma si evita piuttosto deliberatamente di tenere conto del punto 125, permettendo di scrivere: “l’Autorità suggerisce che, nelle medesime ore nelle quali sul mercato dovesse formarsi un prezzo negativo, non sia erogato l’incentivo, consentendone però il recupero al termine del periodo di diritto. Una simile misura dovrebbe essere prevista per tutti gli strumenti incentivanti, non solo per quelli di prossima definizione”.

Siamo quindi di fronte all'ennesima proposta di intervento retroattivo sulle rinnovabili, come detto non previsto dalla Commissione Europea. Per un numero sensibile di ore annue, verrà bloccata l'erogazione degli incentivi, ma i proprietari degli impianti dovranno continuare a pagare le rate del debito. Come ciliegina sulla torta, non si parla minimamente della deroga indicata dalla Commissione Europea, riguardante i nuovi impianti di piccola taglia.

L'Italia, rappresentata dal Ministro dell'Ambiente Galletti, è uscita gongolante dalla COP21, avendo giocato un ruolo importante nel raggiungimento dell'obiettivo  a 1,5 °C la sovratemperatura globale. Strano, però, come nessuno si indigni davanti ad una proposta che non può che ostacolare il raggiungimento di tale meta.