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Conto Energia fotovoltaico: cosa fare dinanzi alla richiesta di restituzione dell'adeguamento ISTAT?

Poco meno di un anno fa (primavera 2015, fonte QualEnergia.it), il GSE ha spedito diverse comunicazioni di avvio di procedimenti a svariati proprietari di impianti fotovoltaici. Oggi, il Gestore sta richiedendo la restituzione di somme di denaro, più che notevoli in determinati casi. Il GSE sta infatti chiedendo ai produttori che hanno aderito al primo Conto Energia la restituzione dell’aggiornamento ISTAT delle tariffe incentivanti, applicato dal 2006.

L'adeguamento ISTAT ha raggiunto, durante i 10 anni appena passati, un valore di 0,06 €/kWh. Questo vuol dire che piccoli impianti domestici da 3 kW, in opera da 8 anni, possono arrivare a pagare fino a 600 €, mentre impianti del calibro di 50 kW possono raggiungere cifre astronomiche, come 20.000 €. Tali somme possono spezzare la schiena a qualsiasi produttore, che a fronte degli incentivi netti, pur avvalendosi della forma di rateizzazione con cadenza semestrale proposta e permessa dal GSE, si ritroverebbe senza finanziamenti sostanzialmente per un anno.

Questa situazione si è creata a causa delle controversie seguite alla nascita del primo Conto Energia. Varato con DM 28 luglio 2005 inizialmente prevedeva che ci fosse l'adeguamento ISTAT delle tariffe. Il decreto che lo ha aggiornato -  DM 6 febbraio 2006, entrato in vigore il 14 febbraio 2006, all'art. 4 comma 1, però, annullava tale adeguamento. Ne seguì una dura battaglia legale, alla fine della quale, con un ricorso al TAR della Lombardia, si riuscì ad annullare le norme cosiddette retroattive del DM 6/2/2006, almeno per tutti gli impianti che avevano fatto richiesta di incentivi entro il 14 febbraio 2006, data di entrata in vigore di quel decreto. Nel 2012 però, il Consiglio di Stato in adunanza plenaria, con sentenza del 4/5/2012, n.9,annullò gli effetti del ricorso, escludendo che l’art 4, comma 1 del DM 6/2/2006 abbia violato sia il principio di irretroattività che il principio del legittimo affidamento, decisione confermata dalla sesta sezione del Consiglio di Stato con sentenza n. 3990 del 30/7/2013.

Cosa dovranno fare, quindi, i proprietari e produttori di fotovoltaico? Pagare o ricorrere? Ai microfoni di QualEnergia.it, l'avvocato l'avvocato Germana Cassar, partner dello Studio Macchi di Cellere Gangemi spiega che: È pacifico che bisognerà pagare per il futuro, ma la restituzione degli adeguamenti percepiti nel passato è illegittima, perché lede il principio del legittimo affidamento”. Prende parte alla discussione ance assoRinnovabili, che si è fatta carico di coordinare tutti i ricorsi al TAR avanzati dai produttori, e che attraverso il suo presidente Agostino Re Rebaudengo, dichiara a QualEnergia.it: "illegittima la richiesta di restituzione da parte del Gestore,sia perché viola il principio di legittimo affidamento, sia perché il Consiglio di Stato aveva già annullato nel 2008 il decreto che abrogava gli adeguamenti Istat, ripristinando così il diritto dei produttori a percepirli.” Inoltre, sulle tasse già pagate "L’eventuale restituzione delle somme - commenta Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili - risulta particolarmente gravosa per gli operatori. Da un punto di vista fiscale, infatti, la richiesta restitutoria non tiene conto del fatto che sulle somme erogate siano già state versate le relative imposte. Come se non bastasse, dal punto di vista finanziario, questi impianti hanno già subito una riduzione delle tariffe per effetto della misura 'spalma incentivi'”.

Secondo l'avvocato Cassar, ci sono buone possibilità che il ricorso venga accolto, ma nel caso in cui il tribunale dovesse dare invece ragione al GSE, i produttori potrebbero trovarsi a dover pagare, oltre al rimborso, anche la parcella dei legali cui si rivolgeranno, "ma ricorrere è l'unica chance per non pagare", spiega l'avvocato. Per tanto chiunque volesse ricorrere, può contattare assoRinnovabili, oltre che ovviamente il proprio legale.

Chi invece non volesse ricorrere, ma comunque evitare di pagare le tasse passate già elargite, può restituire la somma decurtandola delle imposte aggiuntive pagate, motivando la decurtazione, “difficilmente il GSE aprirà un procedimento per contestare ogni utente, trattandosi in realtà di piccole somme”, spiega sempre l'avvocato Cassar.