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Il MISE potrebbe frapporsi tra le rinnovabili e l'autoconsumo facendo leva sull'UE

Le linee guida riguardante i SEU, ovvero i Sistemi Efficienti di Utenza, sono state stabilite solo di recente dal nostro governo, ma a quanto pare il MISE ha già in serbo delle modifiche. Questi cambiamenti andrebbero a minacciare l'autoconsumo, prima fonte di guadagno per un produttore autonomo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Le modifiche poste dal MISE potrebbero ridurre, se non addirittura eliminare,  l'esenzione dal pagamento degli oneri di sistema per la quota di energia autoconsumata.

Il MISE sembra intenzionato a giustificare tali interventi sfruttando le nuove direttive europee sugli aiuti statali, secondo cui gli oneri di sistema devono essere pagati in maniera uguale da tutti i consumatori. Questa però sarebbe un'interpretazione un po' forzata, per non dire errata, delle nuove norme dettate dall'UE. Questo perché sull'energia prelevata dalla rete già ora chi autoproduce paga come gli altri consumatori e visto anche che la normativa attuale sui SEU tiene già conto delle linee guida europee sugli aiuti di Stato.

Un tale annuncio da parte del Ministero, rischia di essere davvero pericoloso, soprattutto per il mondo del fotovoltaico, che trova nei SEU la sua principale linfa vitale. I SEU sono configurazioni di sistemi alimentati da impianti a rinnovabili o di cogenerazione ad alto rendimento con potenza fino a 20 MWe, gestiti da un solo produttore, anche diverso dal cliente finale, direttamente connessi tramite un collegamento privato ad un'unità di consumo e realizzati sul posto. In questa categoria sono quindi compresi sia l'impianto fotovoltaico domestico, installato sul tetto di un'abitazione, sia i grandi impianti di livello industriale. Il vantaggio dei SEU sta tutto nel fatto che gli oneri di sistema si pagano solo sull'energia prelevata dal sistema ed immessa sulla rete, e non su quella autoconsumata.

Questo è invece un estratto preso dalla risposta del MISE alla richiesta di interrogazione parlamentare: "Le linee guida comunitarie in materia di aiuti di Stato (…) portano a concludere che, in via generale, gli oneri diversi da quelli destinati all'incentivazione delle fonti rinnovabili (dunque, ciò che è diverso dalla attuale componente A3, per la sola quota riferita al sostegno alle rinnovabili) debbano essere pagati interamente da tutti i consumatori. Sui soli oneri per l'incentivazione delle fonti rinnovabili sono possibili, secondo queste Linee guida, significative riduzioni, ma esclusivamente per le imprese dei settori manifatturieri ad alta intensità elettrica ed esposte alla concorrenza internazionale”.

In soldoni, ciò che il MISE paventa è uno scenario dove l'esenzione al pagamento degli oneri sarà limitata alla componente per gli incentivi alle rinnovabili, e nello specifico sarà attuabile solo per alcuni determinati tipi di aziende energivore.

QualEnergia.it ha intervistato sul merito della questione l'avvocato Emilio Sani, uno dei principali esperti italiani riguardo la norma sull'autoconsumo. Ebbene, secondo il legale si tratterebbe di un'interpretazione assolutamente erronea perché  “I consumatori di un SEU pagano in termini di oneri di sistema sull’energia prelevata dalla rete gli stessi importi che paga qualsiasi altro soggetto. La normativa sui sistemi efficienti di utenza non causa alcuna discriminazione fra consumatori o uno specifico aiuto a un consumatore piuttosto che a un altro. Semplicemente, per tutti i consumatori, vi è una aliquota diversa per l’energia prelevata dalle reti elettriche e per l’energia che è auto-consumata e non transita attraverso le reti.” Pertanto, sempre secondo il legale, l'esenzione dagli oneri da pagare per chi autoconsuma è legittima ed espressamente ammessa dalle Best Practices della Unione Europea sull’autoconsumo elettrico del 15 luglio 2015, dove si può leggere che “l'energia rinnovabile autoconsumata è spesso esonerata dal pagamento di costi di rete e oneri di sistema ... questo può essere comprensibile, perché tale elettricità rimane nella disponibilità del consumatore senza impegnare la rete pubblica”.

Nella risposta all'interrogazione, il MISE era però tenuto a rispondere soprattutto alla questione dei Sistemi di Distribuzione Chiusi, i cosiddetti SDC. Le nuove norme volute dall'AEEG impediscono l'utilizzo di una simile configurazione, dove un solo impianto energetico serve più utenti all'interno di una rete privata, senza esenzione dagli oneri. Il MISE, in sostanza, si allinea alla visione data dal regolatore. Anche in questo caso però, secondo Sani, le ragioni addotte dal Ministero per giustificare il fatto che vengono impediti i SDC, sarebbero sbagliate. “L’articolo 11 del D. Lgs. 28/2011, obbliga a installare negli edifici nuovi o da ristrutturare impianti a fonti rinnovabili 'per la copertura dei consumi'. Il Ministero, impedendo i sistemi di distribuzione chiusi, di fatto ostacola negli edifici multiutente non residenziali l'utilizzo di impianti per lo scopo per cui si obbliga a costruirli, cioè la copertura dei consumi.”  Infine chiosa “Non è poi corretta la prospettazione ministeriale per cui l'installazione di impianti a fonte rinnovabile su edifici non si possa configurare come sistema di distribuzione chiuso. La nota interpretativa del 2010 della Commissione europea in materia evidenzia, infatti, che il sistema di distribuzione chiuso 'captures situations where several companies jointly use a distribution system which optimises an integrated energy supply' ('comprende le situazioni in cui diverse aziende usano congiuntamente un sistema di distribuzione che ottimizza una fornitura di energia integrata', fonte QualEnergia.it).”

  • Per ogni punto percentuale in più di elettricità da rinnovabili il suo prezzo diminuisce di 2 €/MWh (Terna)